COME BLOCCARE UN CALL CENTER NON GRADITO

COME BLOCCARE UN CALL CENTER NON GRADITO

Capita ormai a tutti di ricevere telefonate indesiderate a casa, a tutte le ore del giorno e della sera. Alcune sono assillanti, fastidiose, e non è sempre facile difendersi. Nei casi di chiamate commerciali molto aggressive, è possibile risolvere la questione con rimedi predisposti dalla legislazione vigente. Tuttavia, nella maggior parte delle situazioni, è pacifico che non si ritenga opportuno spendere il proprio tempo, o sottrarre energie, per affrontare l’argomento in sede legale o giudiziaria.

Cosa fare se, invece, si vuole porre fine a una serie ininterrotta di telefonate fastidiose?

Il Registro delle opposizioni: uno strumento per il cittadino

Uno strumento di tutela è costituito dal Registro delle opposizioni, introdotto nel 2010 e aggiornato parzialmente nel 2018; il documento contiene i nominativi di coloro che hanno chiaramente manifestato la volontà di non ricevere chiamate che abbiano oggetto marketing e proposte commerciali. In linea teorica gli operatori, prima di effettuare le telefonate per scopi promozionali, dovrebbero richiedere al Gestore di tale Registro gli elenchi aggiornati, in cui figurano i nominativi di cui è consentito trattare i dati personali per finalità di marketing.
Purtroppo, il Registro non ha, ad oggi, avuto un grosso seguito, benché costituisca, a tutti gli effetti, uno strumento di tutela a disposizione dei consumatori.
Va sottolineato, tuttavia, che non sempre tale mezzo di difesa, predisposto dalla legislazione nazionale, risulta efficace. In molti casi, infatti, sono state registrate delle vere e proprie violazioni di alcune disposizioni da parte di alcuni operatori.

Se le chiamate indesiderate continuano: come difendersi

Abbiamo visto, sinora, come ricorrere al Registro delle opposizioni non sia, spesso, un’arma abbastanza efficace per difendersi dalle telefonate moleste, ad opera di aziende che svolgono attività di marketing.
In quest’ottica, lo spirito delle nuove disposizioni in materia di trattamento dei dati personali, contenute nel GDPR n. 679/2016, entrato in vigore il 25/05/2016 e ufficialmente adottato nel nostro Paese dal 25/05/2018, è stato principalmente quello di tutelare maggiormente la privacy degli individui.
La protezione dei dati personali è rafforzata dalla previsione della possibilità di chiedere la cancellazione, o anche una limitazione, del trattamento dei propri dati personali.
Inoltre, l’articolo 21 del Regolamento enuncia il diritto di opposizione, nell’eventualità di marketing diretto: il soggetto può esercitare il proprio diritto ad opporsi al trattamento dei suoi dati, anche nel caso in cui si verifichi una loro profilazione in via indiretta, purché questa risulti connessa all’attività di marketing oggetto dell’opposizione.
Tale diritto può essere esercitato in qualsiasi momento, e le sanzioni a carico di chi viola le disposizioni normative sono state rese più aspre dalla normativa.
Questo strumento legislativo è un’arma in più per difendersi dalle chiamate indesiderate e, in generale, dal trattamento illegittimo dei propri dati personali per finalità commerciali e di marketing.

Altri strumenti disponibili per tutelarsi: sono efficaci?

Analizzando le modalità che la legge mette a disposizione dei cittadini per la tutela dei propri dati, si ravvisa nel Codice del Consumo un altro mezzo attualmente disponibile, nell’ambito del nostro Paese.
Il D.Lgs 206/2005, noto come Codice del Consumo, disciplina la materia della pubblicità commerciale da una prospettiva che definisce la corretta informazione dovuta al consumatore, unitamente alla trasparenza e al principio della buona fede contrattuale.
In particolare, è illustrata come pratica commerciale aggressiva una sollecitazione continua, e non richiesta, all’acquisto di prodotti o servizi, sia con telefonate che comunicazioni via e-mail, fax o posta tradizionale. Tuttavia, gli strumenti di difesa non risultano particolarmente efficaci, nella misura in cui la norma rimanda al Registro delle opposizioni, da un lato, e prevede il necessario consenso dell’interessato ad accettare l’instaurarsi di un rapporto contrattuale.
Nei casi in cui, infine, si ravvisi un illecito penale, è consigliabile rivolgersi in modo tempestivo all’Autorità Giudiziaria.

Perché è importante passare da http ad https?

Perché è importante passare da http ad https?

Secondo un rapporto di Moz, il 50% dei risultati nella prima pagina di Google sono in HTTPS; visto il passaggio da http ad https che stanno effettuando molti siti, questa percentuale potrebbe arrivare fino al 70% alla fine del 2017.

Ecco un grafico che mostra come stanno cambiando le SERP di Google:

risultati siti in https

Che cos’è l’https?

L’ HTTPS è la variante sicura e certificata dell’ http, protocollo di trasferimento utilizzato per trasferire le pagine ipertestuali nel web.
Oltre al TCP/IP, al suo interno presenta il livello SSL (Secure Socket Layer) che si occupa della crittografia e dell’autenticazione dei dati trasmessi, rendendo il sito più sicuro e più difficile da “hackerare”.

Per un e-commerce, vista la registrazione degli utenti e le transazioni economiche è fondamentale, ma anche per tutte le altre tipologie di sito web visto che a partire da Ottobre, su Google Chrome, i siti ancora in http verranno associati da un avviso rosso di pericolo all’ingresso con scritto “Non sicuro”, il quale inviterà l’utente ad uscire e a non proseguire la navigazione del sito, abbassando così il CTR e la qualità agli occhi di Google.

A livello di posizionamento SEO, Google ha scritto che questo nuovo fattore è soltanto uno degli oltre 200 segnali che possono incidere sulle modalità di scansione, indicizzazione e posizionamento di un sito web, ma è comunque importante anche per l’utente che potrà entrare in un sito sicuro e potrà effettuare i suoi acquisti con sicurezza.

Passare all’HTTPS porta:

  • Crittografia: proteggere l’utente mentre sta navigando, proteggendo le sue informazioni e attività
  • Integrità dei dati: i dati non possono essere modificati o cancellati durante il trasferimento
  • Autenticazione: Prova che i tuoi clienti finiscono nel sito previsto, dandogli fiducia e maggior sicurezza.

Ci posso essere altre eventuali complicazioni durante la migrazione?

Il punto non è tanto la migrazione da http a https ma quello che ne consegue se l’attività non venisse svolta da un’agenzia con competenze SEO.
Tutte le pagine indicizzate precedentemente in http devono essere reindirizzate alla nuova versione HTTPS, vanno inoltri cambiati i riferimenti da http a https delle google sitemap.
Piccole “cose” ma che non possono essere improvvisate.

BPM Business process management VS BPM Banca Popolare di Milano

BPM Business process management VS BPM Banca Popolare di Milano

Il Business process management è l’insieme di attività necessarie per definire, ottimizzare, monitorare e integrare i processi aziendali, al fine di creare un processo orientato a rendere efficiente ed efficace il business dell’azienda.

Gli interessati a dei prodotti di questo tipo potrebbero cercarli su Google con l’acronimo BPM, ma haimè il motorone risponde a questa query con la storia, vita e miracoli della Banca popolare di Milano 🙂

Perchè?

Google per molte parole chiave è costretto a scandagliare siti e pagine web alla ricerca di risposte alle domande degli utenti, e quando s’imbatte in una situazione come questa nella quale non ha informazioni sufficienti per associare l’acronimo ad altre definizioni “per non fare brutte figure” propone come risultati quelli delle pagine più autorevoli che contengono questo acronimo che in questo caso specifico coincidono con quelle di una Banca che per certi versi nell’immaginario comune è sinonimo di autorevolezza!

Quindi chi si occupa di business process management non potrà mai farsi trovare su Google con questa Keyword?

Assolutamente NO! A mio parere è possibile a condizione che ci si impegni ad aiutare il motore di ricerca a stabilire quale sia l’intenzione che si cela dietro la ricerca.
Ale Agostini e Claudio Gagliardini nel loro ultimo libro intitolato: SOCIAL GOOGLE MARKETING fare business con Google… hanno scritto la seguente perla di saggezza!

Se qualcuno, per esempio, sta cercando su Google “montagne verdi”, si riferisce alle montagne in senso geografico? Oppure una specifica località? O magari sta cercando il testo della famosa canzone di Marcella Bella?

Il lavoro del motorone non è per niente facile! Se gli diamo una mano Google ci sarà riconoscente!

In che Modo?

Con Google Plus 🙂 Si hai letto bene e ribadisco: con GOOGLE PLUS il più importante servizio di identità digitale che ci ha messo a disposizione a questo scopo.

Vediamo ora con un esempio concreto in che modo gli analisti e tecnici dell’azienda che opera nel settore del BPM potrebbero insegnare a Google come orientarsi; NB la stessa strategia può essere utilizzata in qualunque altro settore a cui siete interessati.

Google Plus è una piattaforma per la raccolta ordinata di dati relativi a persone e pagine grazie alla loro narrazione quotidiana attraverso link, post, video e immagini, in poche parole un vero e proprio contenitore di informazioni oggettive riguardanti i loro interessi personali e professionali (NB che a volte hanno un denominatore comune).

Creando dei profili personali Google Plus e facendo confluire quotidianamente dei contenuti riguardanti il loro lavoro ciascun componente dell’azienda “educherebbe” Google sui termini semantici che governano il loro settore e in questo modo gli consentirebbero di capire ad esempio che l’acronimo BPM potrebbe essere associato anche a un’identità differente da quella di Banca popolare Di Milano.

Ma non solo… l’azienda dovrebbe consentire la gestione della pagina Google Plus aziendale ai loro tecnici creando in questo un ulteriore collegamento d’identità semantica.

In uno scenario come questo collegando infine la pagina Google Plus aziendale al sito aziendale è probabile che Google riesca a mostrare le pagine del sito tra i risultati di ricerca a quegli utenti che hanno dimostrato interesse verso BPM inteso come Business process Management anzichè la nota Banca, semplicemente perchè è venuto a conoscenza che questo acronimo identifica anche altri potenziali interessi degli utenti.

Il tuo catalogo prodotti su Facebook, da oggi nuove opportunità!

Il tuo catalogo prodotti su Facebook, da oggi nuove opportunità!

Una delle novità più interessanti riguardante il marketing su Facebook sono le Facebook Ads Multi-Prodotto.

Come funzionano?

A differenza delle inserzioni tradizionali con una sola immagine e con un solo collegamento ad una pagina, gli annunci multi-prodotto consentono di inserire sino a 5 immagini utilizzando indirizzi differenti, utilizzando lo stesso annuncio.

ATTENZIONE quello che hai appena letto non è banale come potrebbe sembrarti a “prima vista” perchè ti sto presentando un prodotto pubblicitario ricco di potenzialità.

D’ora in poi potrai pubblicizzare più prodotti con un solo post, senza aumentare i tuoi costi pubblicitari e aiutare gli utenti a scoprire più soluzioni legate ai loro bisogni attraverso lo stesso annuncio.

Facebook inserzioni multi prodotto

Vuoi qualche idea per utilizzare gli annunci multi-prodotto?

 

Utilizzali per promuovere prodotti complementari: se vendi borse puoi abbinare più marchi 🙂

Sei un’ agenzia immobiliare? Promuovi le liste degli immobili delle principali categorie nello stesso annuncio.

Devi promuovere il tuo sito? Puoi inserire i 5 migliori articoli che hai pubblicato nell’ ultimo mese.

Hai un ecommerce? Puoi promuovere prodotti con sconti temporanei: se hai dei prodotti in promozione puoi creare 5 promozioni “a tempo”.
Esempio ogni settimana puoi fare sconti speciali su 5 articoli del tuo magazzino.

Multiprodotto Facebook

C’è altro da sapere?

 

In questo modo potrai fare delle campagne per un target di pubblico selezionato inserendo l’intero catalogo dei tuoi prodotti lasciando che sia l’algoritmo di facebook a gestire automaticamente il “carosello pubblicitario”, facendo vedere quelli che hanno ricevuto più interazioni da parte degli utenti.

Utilizzando delle tecniche di retargeting potrai anche mostrare i tuoi annunci alle persone che hanno visitato il tuo, per esempio facendo vedere prodotti simili o complementari.

Posso farlo da solo?

 

Certamente ma meglio se ti fai aiutare dal tuo consulente. 🙂

10 Suggerimenti per ottimizzare le tue campagne Facebook ADS

10 Suggerimenti per ottimizzare le tue campagne Facebook ADS

Come sai bene ormai, la portata organica di Facebook è in caduta libera [portata organica=visibilità gratuita delle news della tua pagina Facebook].

Ci sono una serie di modi per mantenere la portata organico a galla ma alla fine… se hai bisogno di una strategia infallibile per raggiungere esattamente il pubblico che desideri, ci sono solamente alcuni annunci di Facebook nel tuo futuro; SONO QUELLI SPONSORIZZATI – Facebook ADS.

Come ho detto più volte anche per quanto riguarda Google AdWords è sempre meglio rivolgersi a un professionista, tuttavia se decidessi di provare il fai da te ecco qualche suggerimento che potrai utilizzare per fare le tue campagne!

Cominciamo però con una premesse molto importante! NON avere fretta, devi investire un certo po’ di tempo per ottimizzare al meglio i tuoi ADS altrimenti non servirebbero a nulla e a questo punto che senso avrebbe farli, sei d’accordo?

5 suggerimenti per i contenuti dei tuoi annunci facebook ADS

1) Cerca di catturare l’attenzione degli utenti in modo che si accorgano della presenza dei tuoi annunci mentre scorrono le news;
2) Dai valore alla tua offerta parlando dei benefici e NON delle sue caratteristiche principali;
3) Evita affermazioni prive di fondamento, sei sul Social più popolare non sarebbe il caso;
4) Inserisci una call to action (pulsante di invito all’azione) specifica per quello che è l’obiettivo della campagna;
5) Non cercare di ingannare l’utente.

5 suggerimenti per la grafica creativa dei tuoi annunci

1) Utilizza delle immagini che siano in sintonia con tutti gli altri elementi della tua pagina;
2) Assicurati che l’immagine si riferisce al testo dell’annuncio e quello che stai promuovendo;
3) Utilizza delle immagini che siano realistiche, NON le solite acquistate o peggio ancora grabbate su Google Immage;
4) Usa colori caldi ma che non siano troppo sgargianti – Facebook è per lo più blu;
5) Utilizza testo sull’immagine solo se ha senso, ricorda e rispetta la regola del 20%.

I suggerimenti che hai letto sono un ottimo punto di partenza per la creazione di annunci più efficaci su Facebook.
Naturalmente, ti consiglio di fare dei test specifici dei tuoi annunci per determinare cosa funziona meglio per il tuo pubblico specifico, questi consigli ti saranno comunque utili.

Facebook ADS Vs Google AdWords quale meglio?

Facebook ADS Vs Google AdWords quale meglio?

Secondo voi dovrei fare “pubblicità” su Facebook oppure delle campagne Google AdWords?
Quale delle due piattaforme mi darà più risultati?
Qual’è il sistema migliore per trovare nuovi clienti?

Queste sono solo 3 delle principali domande che ci vengono fatte dai nostri clienti.

La risposta è sempre la stessa… “dipende” perchè non c’è un sistema migliore in assoluto.

Facebook ADS intercetta il target a cui intendi rivolgerti attraverso gli interessi degli utenti, però nel momento in cui potrebbero anche NON essere interessati a quello che gli stai offrendo.
Mi spiego meglio… supponendo che hai un sito e-commerce specializzato nella vendita di articoli sportivi quando un utente tifoso della juventus vede il tuo ADS potrebbe NON essere interessato ad acquistare la maglia numero 10 in quel momento.

E’ molto più probabile invece che un utente sia propenso all’acquisto quando visualizzera il tuo annuncio sponsorizzato Google AdWords dopo aver ricercato la keyword “vendita on line maglia di Carlitos Tevez” :).

Con Facebook ADS si intercetta la domanda latente, con Google AdWords quella consapevole.

Ci sono altre differenze che devo sapere?

Facebook ADS è più preciso nel targeting per interessi (come abbiamo visto sopra) e in quello geografico;

Facebook ADS è meno conosciuto di Google AdWords pertanto c’è meno competizione e i costi sono inferiori;

Google AdWords ha una rete di siti partner nei quali si possono pubblicare gli annunci oppure fare attività di remarketing, FAcebook ADS “non ancora” anche se possibile fare il retargeting.

Facebook permette di sfruttare il passa parola e la cosiddetta riprova sociale, in poche parole… quando gli utenti vedono che a un amico piace già un prodotto, rendendoli più inclini e sicuri ad acquistare – va detto che lo stesso sistema è insito attraverso google plus anche in google ma è sicuramente meno diffuso e conosciuto.

Conclusioni?

E’ una decisione personale che ti invito a condividere con il tuo consulente di marketing digitale.